Turning point: La bomba atomica e la guerra fredda è una docu serie su Netflix che racconta con grande efficacia e con dovizia di mezzi (interviste e dichiarazioni di studiosi e protagonisti) quello che è successo dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi nei rapporti tra i blocchi di potere che hanno governato il Mondo, racconta la guerra fredda, la sua fine e l nascita del nuovo disordine geopolitico mondiale.
Racconta, infine, anche l’ascesa di Putin, Zelensky, Trump (racconta il primo tempo della storia di questa disgrazia) e mette in fila cause ed effetti. Si capisce meglio quello che è successo, si riconoscono bene le diverse identità e responsabilità.
La verità è rivoluzionaria, si diceva, ed è la prima cosa che viene attaccata dai totalitarismi. Spero che Netflix continui a tenere sulla sua piattaforma questa testimonianza e spero che la vedano in molti.
Aggiungo qui una sintesi dei contributi di Claudia Carpinelli, una studiosa della storia Ucraina, alla Casa della Cultura di Milano che spiega dettagliatamente cosa è successo in Ucraina dal 1990 fino a poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022.
Nella Consultazione popolare del 1/12/1991 il 90,32% della popolazione scelse di separarsi dall’Unione Sovietica. Nelle elezioni presidenziali che si tengono lo stesso giorno della consultazione popolare viene eletto il primo presidente della Ucraina indipendente Leonid Kravčuk
Il 12/6/1991 viene eletto come presidente della Federazione Russa Boris Eltsin, l’8/12/1991 Eltsin sottoscrive insieme a Bielorussia ed Ucraina l’Accordo di Belaveža, più noto come Accordo di Minsk, in cui viene dichiarata formalmente dissolta l’Unione Sovietica e si dà vita alla Comunità degli Stati Indipendenti. Già da allora l’Ucraina teme il rapporto con la Russia perchè al contrario degli altri stati che si rendono indipendenti in questa nazione c’è una questione tra ucrainofili e russofili che rende più critica la sua autonomia politica.
Il giugno del 1992 il presidente Kravčuk firma una legge che escludeva ogni riferimento all’Urss nella Costituzione del 1978, nel contempo la sua politica interna è tesa a cercare di evitare quanto più possibile conflitti interni con la parte russofila del Paese e dal punto di vista della politica estera firmò il protocollo di Lisbona del 1992 in cui l’Ucraina cede il suo arsenale nucleare alla Federazione Russa in cambio di garanzie sulla sicurezza e integrità territoriale del Paese, garanzie che saranno concesse formalmente dalla Russia con il memorandum di Budapest del 5/12/1994.
A Kravčuk nel 1994 succede Leonid Kučma eletto con una vittoria netta ce on un programma elettorale di sostanziale ripresa e normalizzazione dei rapporti con la Russia (fu definito il riformatore filo russo), Nel 1997 Kučma siglò insieme a Eltsin un grande trattato di amicizia ucraino russa in cui entrambi i paesi si impegnavano a rispettare ll’ntegrità territoriali e le reciproche minoranze etniche (Russi in Ucraina e Ucraini in Russia). Furono regolarizzate le relazioni bilaterali tra Ucraina e Russia.Nel 2008 Russia e Ucraina prorogano questo trattato per altri 10 anni, Ma a seguito del deterioramento dei rapporti dovuto all’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 e del supporto russo delle minoranze separatiste filorusse in Dombass il presidente Petroscenko firma un decreto di interruzione che doveva essere interpretato come una rottura definitiva con il passato coloniale e imperiale russo.
Nel 2002 viene sottoscritto un piano di collaborazione con l’Alleanza Atlanticama nel 2004 ci fu in inversione di rotta del presidente Kučma che interrompe il percorso di integrazione con l’Occidente. Dunque il mandato dei primi due presidenti Ucraini (1991-2005) fu caratterizzato da parte Ucraina da nessuna ostilità verso la Russia. Cooperazione con essa ma contemporaneamente avvicinamento con Occidente. Da parte Russa nessun ostacolo all’apertura Ucraina verso l’Occidente, in Russia c’era Eltsin che lui stesso sperava di entrare nell’area occidentale, cambiò tutto con l’ascesa di Putin.
Nel 2007 alla conferenza sulla sicurezza a Monaco Putin critica pesantemente la Nato e avanza l’idea di costruire un mondo multipolare. Nel 2008 al vertice di Bucarest gli Usa proposero l’ingresso nella Nato della Georgia e della Ucraina ma furono fermati dai paesi europei che temevano la reazione russa.
Nel 2004 viene eletto il filorusso Janukovyč che verrà subito destituito dopo grandi mobilitazioni di massa a causa della frode elettorale, alle nuove elezioni arriva Juščenko e inizia la rivoluzione arancione. Inizia una nuova fase fortemente anti russa. Nel 2002 il 67/5% parla ucraino e il 27% parla russo, la minoranza russa è il 17% oltre 7 milioni di persone. Russofono non vuol dire Russofiloe viceversa.
Nel 2005 il dialogo con la Nato viene rafforzato che nega l’impostazione di neutralità originaria (del 1990)
Nel febbraio 2010 vince il filousso Janukvich che cerca di appianare le tensioni con la Russa e sigla gli accordi di Karkiv . Il 15/7/2010 firma una legge che pone come obietivo l’ingresso nella UE e viene sancito lo status di non allineamento dell’Ucraina. Viene stabilito uno status speciale per la lingua russa che viene definita seconda lingua del Paese. Nel 2013 Janukovich annuncia che non avrebbe siglato l’accordo di libero scambio con l’unione europea ma firma un accordo economico con la Russia. Probabile che ci fu l’azione di un oligarca amico di Putin e sostenitore di Janukovich. Questa decisione innesta una grssa mobilitazione (euromaidan) che porto alla destituzione di Janukovich.
2014 annessione della Crimea alla Russia in violazione delle garanzie di sicurezza e le maggio del 2014 si dichiarano repubbliche indipendent le provincie del Dombass.
Nel 2014 viene eletto il filo occidentale Poroscenko. Sottoscrive l’accordo di libero scabio con UE. Nel 2015 presenta un progett di decentramento dello stato. Approvato solo in prima lettura. Nel 2014 si vota una legge che elimina lo status di non allineamento dell’Ucraina e mira a rimarcare l’indirizzo verso l’integrazione del Paese veso la Nato. Nel 2019 introduzione in costituzione dell’ingresso nella Nato e nella UE. Legge linguistica del 2019 definiva la lingua ucraina come unica lingua delPaese e solleverà molti dubbi e ostilità.Ci fu un sorta di maccartismo antirusso, una guerra politica culturale.
Bel 2018 il Parlamento definisce la Russia come stato aggressore ed esce dalla comunità degli stati indipendenti russi (CSI). Introduzione della legge marziale. La presidenza Poroscenko si conclude quindi con una forte escalation della tensione con la Russia.
Nel 2019 Poroscenko viene sconfitto da Zelensky, Il programma di Zelensky era basata sulla lotta alla corruzione e agli oligarchi, all’avvicinamento senza strappi all’europa, rivedere la politica di forte ucrainaizzazione, e all’avvio d un dialogo con il presidente russo. Il 1/10/2019 sottscrive gli accordi di Minsk 2 che miravano a rilanciare il processo di pace: questi accordi prevedevano lo svolgimento di elezioni nelle province occupate a cui doveva seguire il decentramento federale delle regioni ucraine. Ucraina inoltre cerca di avviare il percorso di adesione alla Nato.
Putin chiede garanzie che la Nato stia fuori, l’Ucraina doveva stare fuori dall’Ucraina e Putin riconosce l’indipendenza delle provincie del Dombass e avvia l’invasione dell’Ucraina per annettersi le provincie del Dombass.
In questo secondo video, meno recente, Claudia Carpinelli spiega ancora meglio la dinamica della recente storia Ucraina.
Se dovessi sintetizzare direi: la lotta ideologica (filorussi vs filooccidentali) nasconde, soprattutto dopo la rivoluzione nera del 2014, una guerra senza quartiere tra gli interessi degli oligarchi. Nella popolazione tuttavia non è più in discussione questa divaricazione, la gente è ormai più interessata alla questione economica che è veramente grave in quegli anni. E’ qui che emerge il populista Zelensky che non mette in discussione la collocazione filo occidentale del Paese ma vuole al contempo pacificare finalmente i rapporti con la Russia e firma gli accordi di Minsk nella versione Steinmeier (ministro degli esteri tedsco diallora.). Zelensky è un populista che sfrutta la sua notorietà per arrivare al potere sostenuto pure lui da un oligarca, ma non è uno sprovveduto. Le sue scelte vanno nella direzione di ridurre le tensioni e di migliorare la situazione economica. E’ curioso che questo Grillo ucraino, più avveduto e saggio di quello italiano, non piaccia a Travaglio che da noi è stato uno dei maggiori sponsor del Movimento 5 stelle.
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