Bersani ha vinto, Renzi lo ha riconosciuto. Così si fa.
Si possono fare alcune considerazioni per cercare di svelenire la competizione che è stata dura, vera e che cambierà, ha gia cambiato, il PD e anche la generale situazione politica.
Non sono state perfette.
Si potevano far votare i diciassettenni, si poteva semplificare la registrazione, si potevano far votare quelli che pur non essendosi registrati il 25/11 avrebbero voluto votare al secondo turno, avrebbe dato autorevolezza al PD e ulteriore legittimità al risultato, ma tutto questo non rende meno significativa la mobilitazione di migliaia di militanti e di milioni di elettori.
La democrazia è un sistema imperfetto per definizione ed è un sistema complicato e delicato. Il PD è l’unico partito in Italia che finora si è impegnato, certo non senza contraddizioni, problemi e ritrosie più o meno giustificate, ad utilizzarle in diverse occasioni elettorali per selezionare i propri rappresentanti. Queste primarie si sono svolte perchè Bersani e il PD hanno consentito la modifica del regolamento del partito che ha permesso anche a Renzi di presentare la sua candidatura. Passi che questo sia stato completamente ignorato dai molti commentatori da bar, ma dubito che gli illustri detrattori del PD che ho visto schierarsi con Renzi in questi giorni lo ignorassero. Si è alimentata una romantica divisione tra vecchio e nuovo, tra conservazione e modernità che non mi pare del tutto rispondente al vero.
Renzi ha fatto una bella battaglia, senza lesinare colpi pur rimanendo (quasi) sempre nei limiti di una corretta competizione tra chi condivide i fondamenti del progressismo (pari opportunità alla partenza, diritti di base per tutti e poi vinca il migliore), ha copiato bene Obama e ha sfruttato in modo molto efficace la comunicazione sui nuovi media tranne la spammatura finale attraverso domenicavoto.it (mai visto niente di simile nella campagna di Obama). Bersani è stato meno efficace nella comunicazione, ma per quanto mi riguarda esprime meglio quello che oggi è il partito democratico e la sua proposta di cambiamento del nostro Paese.
Matteo Bordone fa una chiosa definitiva cui io non sarei mai potuto giungere:
Se volete cercare una ragione per farci notare che voi volete di più, meritate di più, non ci cascate, siete di un’altra pasta, vi rincresce ma proprio no, fate spallucce ma non se ne parla, nemmeno è colpa vostra dopotutto, la buona volontà c’era, ecco, fate pure. Sappiate che non è la prima volta, non fa notizia, non ce ne frega un cazzo. Grazie.
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